Comune di Pedace (CS) » Tradizioni

 

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LA MADONNA DELLA PECORELLA
La commemorazione e la venerazione dei dolori della SS. Vergine rimonta all'anno 613 quando il Sommo Pontefice Bonifacio IV dedicò il Pantheon a Maria SS. Vergine di tutti i Martiri, riconoscendo così Maria SS. Regina di tutti i Martiri. Nel 1262 Urbano IV diede principio alla Festa dei Dolori di Maria, che nella Chiesa si celebra nel venerdì precedente la domenica delle Palme. Questa festa fu accresciuta da Clemente IV e da Martino IV nel 1285. dato che il venerdì di Passione non permetteva di solennizzare come si conveniva i Dolori della Vergine SS., nel 1457 il Sommo Pontefice decretò di ripigliare la commemorazione di tutti i Dolori della B. Vergine nella terza domenica di Settembre. Clemente X nel 1674 ordinò che si solennizzasse la Festa dei Dolori di Maria SS. Con Messa e Ufficio proprio. Recentemente Pio X fissò il 15 di Settembre per la Festa dei Dolori di Maria V. In Pedace, la tradizione narra che i PP. Cappuccini, nel sec. XVII, erigendo un Convento ed una Chiesa, dedicata al SS. Crocifisso, introdussero la bellissima devozione alla SS. V. Addolorata. Pedace ha così il suo santuario, il simbolo della fede dei padri. Le generazioni preganti hanno toccato con mano la potenza mediatrice della B. V. Addolorata. A questa Vergine SS., ricorse il popolo fiducioso, in ogni circostanza pubblica o privata di gioia o di dolore e ne ottenne visibili grazie. Degno di memoria è il terremoto del 12 Febbraio 1854, ricordato ogni anno con una festa votiva. In Pedace, la festa solenne, che cade la quarta domenica di Settembre, viene caratterizzata col nome di "Festa de la Pecorella" a simbolo della mansuetudine e rassegnazione della B.V. nel sacrificio di se stessa presso la Croce. Sette sabati e un solenne settenario preparano il popolo alla grande solennità. In questa circostanza le autorità del paese solevano, a nome del popolo, offrire il cereo rituale.

   
 IL ROSARIO

Dal primo sabato fino all'ultimo, a sera inoltrata, all'aperto, agli angoli delle piazzette, sotto gli archi, ad ogni vicinato, a crocchi, si canta il rosario della V. Addolorata e varie canzoncine. La processione, un tempo, attraversava non solo le strade del centro, ma ancora quelle dei rioni o frazioni: Perito, Iotta, S. Maria, Serra (oggi comune autonomo col nome di Serra Pedace). L'artistica statua di legno, opera del sec. XVII, riproduce la Vergine Maria, con calzari, veste biancastra, cinta ai fianchi e mantello azzurro, ritta e ansante, con lo sguardo teso verso l'alto e le braccia dolcemente elevate, quasi, presso la Croce, ad offrire il grande Sacrificio e, compartecipe dei dolori del Figlio Redentore, diventare la Corredentrice del genere umano. Ogni anno la Festa è un'apoteosi, un plebiscito di fede ardente e d'amore, un immenso osanna inneggiante al martirio di Maria SS., al suo amore, alla sua potenza mediatrice. La Vergine Addolorata è nel cuore e sulle labbra di tutti i Pedacesi, troneggia nelle famiglie, nel suo dolore rassegnato, conforto di chi fiducioso a Lei ricorre. Pedacesi, custodite questo impareggiabile tesoro trasmessovi dai vostri padri e affidate al patrocinio di Maria SS. Addolorata la grandezza del vostro avvenire.
Pedace, Settembre 1963.

Sac. Ernesto Leonetti
Parroco

 CAVALLO DI FUOCO

Simbolo scaramantico e di liberazione dalle varie oppressioni del popolo, è il cavallo di fuoco, che altero e sbuffante per tante frugulere accese, la vigilia della festa della Madonna Addolorata, "La Pecorella", viene portato a spalle e girato per tutte le vie del paese, preceduto da continui sonori rullii di tamburo. In passato, a costruire questo colorito e suggestivo simbolo di costume locale, era il generoso compianto artista pedacese Vittorio Sapia, persona buona e amante del folklore del proprio paese. Tanto atteso ogni anno è questo rito dai bambini, che festosi e vocianti, seguono per tutto il percorso le evoluzioni del cavallo e del cavaliere, fino all'arrivo, sul sagrato della chiesa dei SS. AA. Pietro e Paolo, dove il cavallo viene dato alle fiamme, in un tripudio liberatorio di grida e battimani.

Tonino Martire

 IL ROSARIO

Dal primo sabato fino all'ultimo, a sera inoltrata, all'aperto, agli angoli delle piazzette, sotto gli archi, ad ogni vicinato, a crocchi, si canta il rosario della V. Addolorata e varie canzoncine. La processione, un tempo, attraversava non solo le strade del centro, ma ancora quelle dei rioni o frazioni: Perito, Iotta, S. Maria, Serra (oggi comune autonomo col nome di Serra Pedace). L'artistica statua di legno, opera del sec. XVII, riproduce la Vergine Maria, con calzari, veste biancastra, cinta ai fianchi e mantello azzurro, ritta e ansante, con lo sguardo teso verso l'alto e le braccia dolcemente elevate, quasi, presso la Croce, ad offrire il grande Sacrificio e, compartecipe dei dolori del Figlio Redentore, diventare la Corredentrice del genere umano. Ogni anno la Festa è un'apoteosi, un plebiscito di fede ardente e d'amore, un immenso osanna inneggiante al martirio di Maria SS., al suo amore, alla sua potenza mediatrice. La Vergine Addolorata è nel cuore e sulle labbra di tutti i Pedacesi, troneggia nelle famiglie, nel suo dolore rassegnato, conforto di chi fiducioso a Lei ricorre. Pedacesi, custodite questo impareggiabile tesoro trasmessovi dai vostri padri e affidate al patrocinio di Maria SS. Addolorata la grandezza del vostro avvenire.
Pedace, Settembre 1963.

Sac. Ernesto Leonetti
Parroco

  CUCCIA

CUCCIA Deriva da kuskus: chicchi di derivazione araba. È un tradizionale piatto, costituito da grano bollito e condito con cotenne, carne di maiale e di capra, e si usa prepararlo la quarta domenica di settembre, in occasione della festa patronale di Pedace, dedicata alla Madonna Addolorata detta de la "Pecorella". Anche se apparentemente semplice negli ingredienti, la "Cuccia", richiede molta cura nella fase di preparazione. Infatti, tra la pulizia del grano "annettare", l'ammollaggio, la bollitura e la cottura nel tradizionale forno a legna, sono necessari tre giorni di tempo alla brava massaia perché possa portare a termine e con successo la preparazione della saporita e tanto ricercata pietanza. Questa bella tradizione, descritta anche dal prete poeta di Acri, Vincenzo Padula nel XVII° secolo, ha superato abbondantemente i due secoli di vita, e a tutt'oggi, non dà alcun segno di invecchiamento, dal momento che ancora, ogni famiglia di Pedace, nel giorno della tanto aspettata festa de "La Pecorella", non può fare a meno della gustosa, fumante "cuccia" sulla propria tavola.

Tonino Martire


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